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ANDREA PIETRINI: “Capitale umano e innovazione per uscire dalla crisi”

Le nostre interviste al tempo del coronavirus

Andrea Pietrini è laureato all‘Università Bocconi, MBA Executive alla LUISS Business School, ha svolto ruoli significativi nel settore dell’M&A, prima in KPMG, dove si è occupato, tra l’altro, di acquisition due diligence, poi in IBM South Europe, dove nell’ambito dell’Alliance department ha lavorato su operazioni transnazionali, per poi passare come investment manager in FinTech, joint venture tra i gruppi Telecom Italia ed MCC – Medio Credito Centrale (Gruppo Banca di Roma, poi Capitalia). E’ stato Consigliere di Amministrazione di numerose aziende italiane ed estere. Per alcuni anni ha svolto il ruolo di Group CFO del Gruppo Terasystem, una della più importanti realtà tecnologiche italiane, partecipata della multinazionale EMC2 e dal fondo di Private Equity Euroqube SA e successivamente del Gruppo Solgenia SpA e del Gruppo Sacom di cui, nel ruolo di Direttore Generale ha curato la quotazione sul segmento AIM di Borsa Italiana. Nel 2012 ha fondato YourCFO Consulting Group, la prima società italiana di CFO Service e finanza operativa, e negli anni successivi i progetti paralleli di yourHR, per le professionalità delle risorse umane e yourDIGITAL, nel campo della digital trasformation, yourCEO, yourCPO e yourNEXT che si sono consolidati nel 2019 nella creazione di YOURGroup, per portare in Italia il servizio di Fractional Executive. È autore della pubblicazione “i 7 segreti del CFO – Ottieni il successo finanziario della tua impresa e docente al Master in Business Finance della John Cabot University. A fianco a questa attività, svolge quella di Business Angel, sia come investitore indipendente, che come socio di IAG, Italian Angels for Growth; è presidente dell’associazione nazionale Charta Nova che sostiene i temi della trasparenza e meritocrazia e fondatore e tesoriere della Fondazione Homo ex Machina, che promuove l’utilizzo della tecnologia a scopi filantropici e organizza ogni anno il premio Tecnopia destinato a giovani tra i 6 e i 18 anni.

 

Dott. Pietrini, domanda di rito anche a Lei: come se ne esce da questa situazione emergenziale covid-19?

È la famosa domanda da un milione di dollari! Di certo, so che ne usciremo. Di quanto ne usciremo con le ossa rotte dipenderà dall’aiuto che riceveremo dall’esterno e dalla capacità di reazione che avremo in questa situazione. Dico aiuto dall’esterno, e lo dico con rammarico perché è sempre brutto dover tendere la mano a chi ha maggiori disponibilità, perché l’Italia è da anni sull’orlo del baratro e in questo momento, come non mai, siamo vicini a un punto di non ritorno. Il nostro sistema imprenditoriale, fatto a stragrande maggioranza di micro e piccole imprese scarsamente capitalizzate, ampiamente dipendenti dal debito, in particolare bancario, con un drastico calo del fatturato, facilmente prevedibile, finirebbe rapidamente fuorigioco con tutte le conseguenze a livello occupazionale e sociale. Lo Stato italiano, già pesantemente indebitato, non ha quelle risorse per affrontare da solo una crisi economica come quella che ci attende, ma sono convinto che le potenti iniezione di liquidità che il Governo sta mettendo in campo con il supporto della BCE e della UE parzialmente mitigheranno questi effetti e da questa situazione se ne uscirà. Come sempre, però, la finanza “compra del tempo”, ma questo tempo deve essere usato per riforme strutturali e a livello aziendale e di sistema, altrimenti ci ritroveremo presto in una situazione ancora peggiore. Se vogliamo vedere un aspetto positivo, le aziende che rimarranno in piedi saranno aziende più forti; saranno quello che avevano pensato in tempo a irrobustirsi patrimonialmente, a digitalizzare, a preparare programmi di smart working e nuove aziende nasceranno con queste caratteristiche. Quindi non è detto che nel medio periodo questa situazione possa avere anche degli effetti positivi.

Aziende ed imprenditori con i quali si confronta quotidianamente cosa Le dicono, quali Le maggiori preoccupazioni che Le rappresentano?

Gli imprenditori in questo momento sono molto spaventati e sentono la responsabilità della sopravvivenza della propria azienda e dei propri dipendenti, non solo a livello economico, ma anche a livello di salute. Ho scritto recentemente un intervento nel quale suggerisco, come primo consiglio, quello di non farsi prendere dal panico e di cominciare a pianificare degli scenari possibili. Purtroppo, i nostri imprenditori non sono abituati alla pianificazione e alle tematiche di risk management: spesso gestiscono l’azienda con molta emotività e in questo momento temono di perdere i sacrifici di una vita. In questi giorni, dal mondo imprenditoriale riceviamo richieste su tre filoni prevalenti: in area finanziaria, supporto in tema liquidità e dei rapporti con le banche; in area HR e risorse umane, consigli su tutto ciò che riguarda le tematiche di smart working; nell’area digital la preoccupazione dell’imprenditore sembra prevalentemente quella di ripensare la propria azienda “in modalità digitale”, sia a livello strategico che a livello di processi.

YourGroup, fin dalla sua creazione, si è posta sul mercato con politiche manageriali innovative, come appunto quella del “Fractional Executive”. E per il futuro?

Io sono sicuro che il Fractional Executive, che era appunto una vera novità quando la lanciammo in Italia anni fa, troverà in questo nuovo contesto una piena realizzazione. Le aziende avranno bisogno di forte managerialità per ripartire, di competenze innovative, di nuova linfa organizzativa e la nostra modalità “frazionale” che coniuga qualità a sostenibilità economica, potrebbe essere l’ideale per aziende di dimensioni un po’ più piccole che purtroppo sperimenteranno forti problemi di budget. Quindi il Fractional Executive è già il futuro.  Credo tuttavia che, nei prossimi anni grandi opportunità potranno averle i colleghi delle risorse umane. Come ho detto e scritto più volte, se la crisi di Lehman Brothers, essendo una crisi squisitamente finanziaria, aveva valorizzato prepotentemente in azienda la figura del CFO, in questa crisi che colpisce prevalentemente le persone e gli asseti organizzativi, potrebbe essere il direttore delle risorse umane e comunque tutta l’area HR a beneficiarne. In questo scenario, a mio parere, in particolare il mondo del “digital HR” potrebbe avere un grandissimo spazio di crescita.

Cosa si sente di domandare alla politica in questo difficile momento?

Alla politica mi sento di domandare poco perché la politica in Italia ormai da decenni rappresenta il problema e non la soluzione, a tutti i livelli. La nostra classe politica peraltro rispecchia totalmente il carattere di noi italiani e quindi alla fine abbiamo quello che ci meritiamo. Tuttavia, come spero il popolo italiano utilizzi questa crisi per superare il tipico approccio campanilistico e individualistico mettendo da parte quel “familismo amorale” che l’ho sempre connotato, così anche la politica si faccia un esame coscienza e cerchi di trovare una risposta unitaria per cambiare veramente il Paese a partire da cose evidenti e risapute come la riduzione degli sprechi, la semplificazione della burocrazia, il potenziamento della sistema scolastico, la riforma della giustizia: tutti i temi che da sempre  creano seri vincoli per il nostro sviluppo imprenditoriale.

 

Intervista a cura di Pino Management & Partners

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