Le nostre interviste al tempo del coronavirus
Tommaso Rossi è da giugno 2016 è Direttore Artistico dell’Associazione “Alessandro Scarlatti” di Napoli. Diplomato in flauto traverso presso il Conservatorio di Napoli, sotto la guida di Pasquale Esposito, perfezionandosi in seguito con Mario Ancillotti presso la Scuola di Musica di Fiesole, dove ha conseguito il diploma finale con il massimo dei voti. Ha conseguito il diploma di flauto dolce con il massimo dei voti, la lode e la menzione d’onore sotto la guida di Paolo Capirci presso il Conservatorio di Latina, perfezionandosi con Pedro Memelsdorff in flauto dolce e con Jesper Christensen in Musica da Camera, presso la Schola Cantorum Basiliensis. Laureato con lode in storia della musica presso l’Università “Federico II” di Napoli. Ha collaborato e collabora con alcuni dei più importanti complessi di musica antica come la Cappella Neapolitana di Antonio Florio con cui ha inciso per OPUS 111, Naïve, Eloquentia, Dynamic, Glossa, Il Complesso Barocco di Alan Curtis, l’Ensemble Risonanze di Carlo Chiarappa, Concerto Italiano di Rinaldo Alessandrini. Nel 2010 ha fondato l’Ensemble Barocco di Napoli, con cui ha pubblicato l’integrale delle cantate di Alessandro Scarlatti per soprano, flauti e basso continuo e, nel 2013, e la prima registrazione assoluta delle Sonate di Leonardo Leo per flauto dolce e basso continuo. A breve, in collaborazione con Abchordis Ensemble, curerà la pubblicazione di un CD dedicato al repertorio napoletano per strumenti a fiato. Si dedica come interprete e organizzatore da anni anche al repertorio contemporaneo. Con L’Ensemble Dissonanzen, organismo di produzione dell’Associazione, ha suonato presso importanti istituzioni musicali italiane ed internazionali incidendo per Niccolò, Mode Records, Die Schachtel. È stato docente di flauto dolce presso il Conservatorio di Musica di Cosenza. Attualmente insegna presso il Conservatorio “Nicola Sala” di Benevento. Suoi contributi sono apparsi su molte riviste italiane specializzate.
Maestro Rossi, una bella tegola in testa per voi Covid-19. Proprio mentre eravate nel vivo delle celebrazioni del 100° anniversario di fondazione dell’Associazione Alessandro Scarlatti. Quali decisioni avete dovuto immediatamente prendere?
Per fortuna la parte più importante delle celebrazioni si era appena conclusa. Era ancora aperta la mostra multimediale sul Centenario, curata da Aldo Di Russo, allestita a Villa Pignatelli, con il supporto della Regione Campania e di SCABEC. In ogni caso ovviamente abbiamo annullato progressivamente tutti i concerti man mano che le decisioni governative portavano all’ampliamento del periodo di chiusura. Abbiamo cercato di mantenere un canale di comunicazione aperto con i nostri soci e abbonati attraverso l’iniziativa “Restiamo Uniti”, inviando ogni settimana un link da cui si poteva ascoltare, sulla nostra piattaforma Soundcloud, una registrazione di alcuni dei concerti delle scorse stagioni, iniziative ancora in corso. Anche attraverso Facebook e Instagram stiamo diffondendo video di concerti realizzati negli scorsi anni. Ovviamente seguiamo attivamente i tavoli degli organismi di categoria nazionali e regionali nei quali si discutono le problematiche del settore spettacolo.
La Scarlatti è un gioiello culturale nel panorama napoletano, fra le associazioni musicali più blasonate e attive del Mezzogiorno. Una bella responsabilità mantenere alta la tradizione?
Una grandissima responsabilità. In effetti l’anno del Centenario è servito per riallacciare con grande forza il rapporto con la città e – direi – con la Regione. Tantissime iniziative sono state realizzate anche in altre città. Salerno, Avellino, Sorrento, Acerra. Il nostro sforzo è stato quello di stringere rapporti proficui con moltissime istituzioni culturali con le quali abbiamo condiviso innumerevoli progetti. Il MANN, la Galleria di Palazzo Zevallos, il Museo di Villa Pignatelli, il Conservatorio di Napoli e di Avellino, e tante altre. Tutto questo ha portato a un considerevole aumento dell’attività e del pubblico. Ormai eravamo al quarto anno consecutivo di un ciclo appositamente pensato per le scuole che ha ottenuto un grandissimo successo.
Quali erano i progetti futuri della Scarlatti. Dovrete rivedere programmazioni e attività?
La Scarlatti sta ampliando la sua offerta ad altri settori, non solo legati alla performance di musica dal vivo. Abbiamo da poco pubblicato il primo numero de I Quaderni della Scarlatti, un periodico musicologico al quale lavora la musicologa Daniela Tortora. Naturalmente dovremo cercare di recuperare appena possibile i concerti cancellati della stagione in abbonamento e probabilmente fare modifiche alla programmazione di quella successiva. Non conosciamo ancora le norme che verranno adottate dal Governo, ma certamente dovremo porci nuovi problemi per la gestione della sicurezza, e della promozione dei concerti.
Da sempre vantate ottimi rapporti con le Istituzioni pubbliche e private della vostra città e della Regione. Se dovesse domandare loro uno sforzo in più per sostenervi in questo particolare ed imprevisto momento, quale sarebbe la prima cosa che chiederebbe?
Credo che le piattaforme programmatiche presentate da AGIS a livello nazionale e locale siano assolutamente condivisibili. Cercare una ripartenza in sicurezza al più presto, per ottenere la riconferma dei contributi avuti nel 2019 oltre ad un investimento straordinario per sostenere tutte le azioni necessarie al riallestimento degli spazi e le necessarie continue opere di sanificazione. È evidente che ci vorrà anche del tempo per riabituare le persone ad uscire e a fruire dello spettacolo dal vivo. Per questo credo che saranno necessari investimenti in forme di comunicazione intelligente. Credo anche che si stia capendo che il compito dello spettacolo dal vivo non sia solo quello di produrre quantità di eventi uno di seguito all’altro, come le recenti regole ministeriale imponevano sempre più. Ma che ci sia bisogno di un ritorno a una idea di qualità e di diffusione culturale forte. Solo così terremo le persone mobilitate nella difesa della cultura musicale.
Intervista a cura di Pino Management & Partners
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