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ANGELO ARMIENTO: “Riceviamo ogni anno oltre 500 domande da 50 diversi Paesi del Mondo”

Le nostre interviste al tempo del coronavirus

Angelo Armiento è Direttore Amministrativo della Fondazione Accademia Musicale Chigiana dal 2013. Entrato in Fondazione Monte dei Paschi di Siena nel 2008, è stato responsabile della Direzione Investimenti e successivamente della Direzione Progetti Territoriali dal 2012 al 2018. Precedentemente è stato dirigente responsabile per il gruppo Capital Markets della società Deloitte Consulting SpA, svolgendo attività di consulenza per Banche e clientela istituzionale nell’ambito di molteplici campi progettuali (Asset Allocation, Pianificazione e Controllo, Risk Management, pricing strumenti finanziari e derivati). Dal 2001 al 2002 era stato consulente presso la Divisione Financial & Commodity Risk Consulting della Arthur Andersen Mba Srl e in precedenza collaboratore a progetto presso INA SGR. Si è laureato nel 1997 in Economia del Commercio Internazionale e dei Mercati Valutari presso la facoltà di Economia dell’Università “Parthenope” di Napoli, con il massimo dei voti e lode. Nel 1998 ha poi conseguito un Master in Economia e Finanza presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II” e nel 1999 un Master in Finance presso il Birkbeck College, University of London.

 

Dott. Armiento, l’Accademia Musicale Chigiana di Siena fra qualche mese doveva apprestarsi a dare il via alla “Summer Academy”. I corsi di “Alto Perfezionamento” che l’hanno resa celebre in tutto il mondo. Ed invece?

Nonostante le difficoltà e le incertezze, ci siamo immediatamente attivati con tutta la struttura per definire programmi e protocolli in grado di garantire, anche quest’anno, lo svolgimento dei corsi estivi. La Summer Academy, giunta all’89° edizione, è stata così confermata, pur con una formula inedita, in base alla quale le attività didattiche potranno svolgersi sia in presenza di allievi e docenti a Siena – nel rispetto di tutte le norme di sicurezza che saranno indicate dalle autorità competenti – sia da remoto, con una apposita piattaforma digitale online, che offre una qualità audio di altissimo livello, impensabile nelle piattaforme comunemente in uso oggi, che permetterà di realizzare le lezioni a distanza, proprio come se maestro e allievo si trovassero nella stessa aula. E nel frattempo, avendo dovuto annullare i concerti della “Micat in Vertice” (dal motto della famiglia Chigi Saracini che significa “Splende sulla vetta”), una delle stagioni più prestigiose e longeve in Italia, abbiamo deciso di stare vicini al pubblico e a tutti gli appassionati della grande musica almeno nella dimensione virtuale. Abbiamo così aperto i nostri archivi musicali, mettendo a disposizione gratuitamente una serie di concerti inediti, che vengono trasmessi ogni settimana in prima visione streaming sul Canale YouTube dell’Accademia e poi lasciati liberamente disponibili on demand per chi volesse rivederli.

Da un punto di vista prettamente organizzativo e gestionale, quali sono state le maggiori criticità che avete dovuto affrontare?

La criticità maggiore è stata quella di aver dovuto riprogrammare continuamente l’attività formativa e di produzione di concerti, in un quadro regolamentare tuttora in continua evoluzione, cercando di essere pronti ad operare in diversi scenari, anche quelli più complicati. Per fortuna abbiamo una struttura agile e flessibile, in grado di rispondere e adattarsi al nuovo contesto.

Quali erano le nuove e future progettualità sulle quali si stava lavorando. Subiranno modifiche?

L’Accademia ha creato un modello che riteniamo vincente anche per il futuro, quello di una Summer Academy in cui i giovani musicisti possano imparare e trarre ispirazione dai grandi maestri del concertismo internazionale, confrontandosi con i loro compagni provenienti da tutto il mondo, con un bagaglio di esperienze formative, culturali e umane completamente diverse fra di loro. Un vero e proprio porto franco internazionale della musica, che forma i migliori talenti (ogni anno arrivano oltre 500 richieste di partecipazione ai corsi da 50 diversi paesi del mondo), cercando di annullare le barriere culturali, di favorire l’accessibilità di tutti (anche attraverso rette di frequenza poco più che simboliche) e adoperandosi concretamente per l’avvio alla carriera dei più meritevoli. Negli ultimi anni, pur mantenendo l’assoluta centralità delle attività dal vivo, avevamo già sviluppato delle linee progettuali specifiche sulla formazione a distanza e sui concerti in streaming, investendo molto in nuove tecnologie e nella produzione di contenuti digitali. Questo ci ha permesso, durante la quarantena, di essere pronti a rimodulare la nostra programmazione e di continuare a essere attivi e presenti con la nostra offerta culturale. La crisi in corso non ha fatto altro che accelerare il completamento di queste linee progettuali, in alcuni casi in modo decisamente tumultuoso.

Lei proviene dal mondo della finanza, delle banche e dell’Alta Consulenza di Direzione. Quindi conserva sicuramente una visione più ampia. Alla fine di questa esperienza, quale lezione ci resta. O, meglio, in cosa dobbiamo migliorare?

Dal punto di vista economico e finanziario, dovremo riflettere attentamente su come ricalibrare un modello di economia eccessivamente globalizzata, che ha mostrato il fianco a questa crisi e che molto ci sta insegnando su quanto sia poco lungimirante continuare a decentralizzare attività produttive o non avere una visione strategica di lungo periodo della propria politica industriale. Nel contempo, occorre evitare che la paura faccia prevalere spinte isolazionistiche, privilegiando al contrario l’apertura e lo scambio internazionale. Ce lo insegna anche la storia della Chigiana, che nel 1932, in un periodo in cui il modello autarchico era la normalità, grazie alla visione del suo fondatore, il Conte Guido Chigi Saracini, decise di aprirsi al mondo con i suoi corsi di alto perfezionamento (promossi come “Master School of Music” e un programma stampato solo in inglese), diventando in pochi anni, dall’Italia, il punto di riferimento per l’alta formazione musicale dell’intero pianeta. Ognuno di noi sarà chiamato a rispondere alle sollecitazioni di un mondo sempre più complesso e in continua evoluzione, che in ogni campo metterà rapidamente in discussione modelli apparentemente consolidati. In questo contesto, penso che un aiuto potrà arrivare proprio dai settori creativi e dal mondo della cultura in generale, perché in grado di stimolare un pensiero critico, fornire nuove chiavi di interpretazione della realtà, contribuire a riformulare completamente vecchi paradigmi. Oltre che ad aiutarci a vivere meglio.

Intervista a cura di Pino Management & Partners

 

 

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