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ANTONIO PEZZANO: “Turismo, forse si inizierà a ragionare in maniera diversa”

Le nostre interviste al tempo del coronavirus

Antonio Pezzano assiste enti pubblici e organizzazioni turistiche a disegnare e attuare politiche e progetti che creino valore economico. Il suo ruolo è fornire dati e fatti concreti a chi prende le decisioni. Attualmente è esperto esterno dell’Agenzia per la Coesione Territoriale. E’ stato per conto della Commissione Europea coordinatore della rete di destinazioni turistiche europee di eccellenza EDEN.

 

Dott. Pezzano, dalle prime analisi di queste settimane, il turismo sembrerebbe purtroppo essere in cima alla top ten dei comparti industriali maggiormente colpiti da covid-19. Com’è la situazione?

Lo scenario peggiore è diventato quello più probabile. Dobbiamo prepararci al fatto che finché non ci sarà un vaccino o cure efficaci per chi si ammala non sarà possibile fare turismo, almeno nel modo che fino ad ora abbiamo conosciuto. Nessuno sa quando avremo un vaccino. I più ottimisti parlano di almeno dodici- diciotto mesi. Anche se questa ipotesi si concretizzasse e fosse possibile vaccinare miliardi di persone in breve tempo, per il turismo il 2020 e il 2021 sarebbero in pratica due anni per gran parte compromessi.

Sappiamo che le filiere del turismo sono da anni soggette ad equilibri fragili se non addirittura precari. Questo potrebbe essere il colpo di grazia, come bisogna reagire?

Non parlerei di colpo di grazia. Sappiamo che il settore è caratterizzato dalla presenza diffusa di micro e piccole imprese con poca liquidità. In assenza di aiuti concreti e prolungati nel tempo (quali cassa integrazione in deroga, congelamento dei mutui e prestiti a fondo perduto), una buona  parte di queste imprese potrebbe fallire. Lo Stato italiano, già troppo indebitato e con altre emergenze, ha una ridotta capacità di azione. Pertanto mi aspetto qualche fallimento. Come mi aspetto una ristrutturazione in alcune aree del paese, dove imprese sane e patrimonialmente più consolidate subentreranno a quelle più deboli. Mi aspetto anche un mercato immobiliare frizzante sul fronte alberghiero al termine di questo periodo. Al fine di accompagnare bene questo processo, questa potrebbe essere l’occasione giusta per varare una serie di interventi strutturali per modernizzare il sistema alberghiero. Su questo punto Raffaello Zanini (Planethotel) ha scritto un post molto puntuale su Econopoly con proposte concrete di riforme in campo urbanistico e finanziario.

Turismo e cultura da sempre facce di una stessa medaglia, ma spesso in altrettanta conflittualità fra loro, scarsa sinergia anche di vedute. E’ forse arrivato il momento di mettere fine a tante incomprensioni vere o presunte?

L’Italia ha sicuramente nella cultura il suo punto di forza dell’offerta turistica. Tuttavia, non bisogna pensare che la cultura sia l’unica motivazione di viaggio. Come ho scritto più volte, in molte aree del Paese, soprattutto a Sud, se si sviluppasse una offerta alberghiera adeguata agli standard moderni del turismo balneare, avremmo flussi turistici adeguati per fare conoscere e valorizzare siti e tradizioni culturali altrimenti poco note. Allo stesso tempo ritengo che proprio da una valorizzazione turistica e da una maggiore democratizzazione della fruizione culturale, possano arrivare le spinte per favorire il mecenatismo, soprattutto internazionale. Se è vero che il patrimonio culturale va preservato è altrettanto vero che ci vogliono risorse economiche per farlo. L’Italia che è caratterizzata da un ingente e diffuso patrimonio culturale e da uno Stato fortemente indebitato, non può fare a meno del mecenatismo.

Dopo questo vero e proprio tsunami improvviso e inaspettato, dove non c’è stato nemmeno il tempo di riflettere ed attrezzarsi, cosa si sente di consigliare alle tantissime strutture ricettive italiane? Come cambierà il rapporto con il cliente?

Per rispondere a questa domanda è necessario ascoltare qualcuno che i turisti li conosce veramente. A tal fine consiglio di seguire i webinar organizzati giornalmente sul tema a partire da quelli di Travel Appeal e Teamwork.

Intervista a cura di Pino Management & Partners

 

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