PIERFRANCESCO PENSOSI: “Il giornalismo, la mia professione, la mia vita”
25 marzo 2021
CECILIA FONSATTI: “Nuove idee tornando al senso originario del fare musica”
7 aprile 2021

ANTONIO MAZZEO: “Dialogo aperto con i cittadini, voce alla collettività”

Guardando oltre l’orizzonte: verso la rinascita!

Antonio Mazzeo è nato il 22 febbraio 1977 a Barile, piccolo paese della provincia di Potenza. Sposato con Angela e risiede a Pisa dal 1996. Ha conseguito la laurea in ingegneria elettronica con indirizzo Biomedicale all’Università di Pisa e successivamente un master in Management dell’innovazione presso la Scuola Superiore Sant’Anna, dopo il quale ha dato vita a un’attività imprenditoriale ad alta specializzazione tecnologica nel campo della diagnostica medica. Da sempre attivo nel mondo dell’associazionismo, si è avvicinato al Partito Democratico fin dal momento della sua nascita e dal 2008 al 2013 è stato consigliere comunale e presidente della commissione bilancio del Comune di Pisa. Dal 2010 al 2014 è stato responsabile organizzazione del PD di Pisa e dal 2014 al 2018 ha prima ricoperto l’incarico di responsabile organizzazione e poi quello di vicesegretario vicario del PD Toscana. Alle consultazioni regionali del 31 maggio 2015 è stato eletto nel collegio di Pisa raccogliendo 10.515 preferenze e nella X legislatura è stato consigliere segretario dell’Ufficio di Presidenza, Presidente della Commissione istituzionale per la ripresa economico-sociale della Toscana costiera e membro della II Commissione. Rieletto sempre nel collegio di Pisa alle consultazioni regionali del 20 e 21 settembre 2020 con 12.720 preferenze, il 19 ottobre 2020, nella seduta di insediamento dell’XI Legislatura, è stato eletto Presidente del Consiglio regionale della Toscana.

Presidente Mazzeo, lei è un toscano di adozione, arrivato a Pisa per ragioni di studio per poi radicarsi definitivamente sul territorio. Cosa mantiene di più caro del suo Sud e cosa, invece, ha maggiormente acquisito dell’ “essere toscano”

La coscienza civile come patrimonio non individuale ma collettivo e che si traduce in un’alta voglia di partecipazione alla Cosa Pubblica. Del resto la Toscana è il primo Stato al Mondo ad aver abolito la pena di morte e la tortura nel 1876 con Pietro Leopoldo. I toscani hanno cioè nel proprio Dna iscritto il valore dei diritti e del rispetto di essi e da qui deriva una elevata richiesta di risposte a chi governa le istituzioni. Ho imparato dai toscani, e come toscano d’azione ora lo sento mia caratteristica, che la politica è servizio per gli altri e chi svolge questo servizio deve quotidianamente rendere conto ai cittadini. Non è un caso ad esempio che la partecipazione dei toscani alle attività di volontariato e del Terzo Settore sia fra le più alte d’Italia.  Noi toscani siamo esigenti nei confronti di chi ci amministra e penso che questa sia una delle ragioni per cui la Toscana ha livelli di qualità della vita fra i più alti d’Europa e quindi del Mondo.

La pandemia in Toscana: può darci un aggiornamento della situazione?

I numeri cambiano ogni giorno, tuttavia dopo un anno di pandemia oggi possiamo vedere la luce in fondo al tunnel. La curva dei contagi si sta abbassando e sta crescendo la curva delle vaccinazioni. Se verranno rispettati gli impegni presi dalla Ue e quindi dal Governo nazionale entro la fine dell’estate quasi tutti gli italiani saranno vaccinati. In più proprio nella mia città a Pisa, grazie al professor Menichetti, si stanno sperimentando le cure con i monoclonali e fin qui i numeri ci dicono che sono molto efficaci. Questo significa che possiamo guardare al domani con più ottimismo avendo adesso le armi per affrontare e battere il virus. Per cui possiamo anche iniziare ad agire concretamente sugli effetti sociali ed economici negativi prodotti dalla pandemia. In questa direzione due sono le chiavi da usare: da una parte gli aiuti diretti ai lavoratori che hanno perso reddito e dall’altra alle imprese che hanno dovuto ridurre l’attività a causa delle misure anti-contagio. Noi ad esempio come Consiglio regionale abbiamo risparmiato sulle spese oltre 1,5 milioni di euro e lo abbiamo destinato a categorie che non avevano ancora ricevuto alcun sostegno: dai maestri di sci agli addetti del mondo dello spettacolo. Nello stesso tempo dobbiamo predisporre i progetti per utilizzare al meglio i fondi UE del Next Generation Plan che porteranno in Italia investimenti per oltre 209 miliardi di euro. Per la Toscana questo significa la possibilità di mettere mano ad alcuni ritardi infrastrutturali, penso al collegamento veloce fra la Costa e Firenze, alla metropolitana fra Lucca-Pisa e Livorno, alla Tirrenica. Ma penso anche a progetti che guardino al futuro e quindi all’estensione in tutta la Toscana, anche nei piccoli comuni e nei borghi più distanti dalle grandi città, del 5G, utilizzando fondi pubblici dove il privato non vuole arrivare perché non redditizio.

Il suo impegno politico/amministrativo è cresciuto nel tempo. Fra i diversi e molteplici incarichi ricoperti: dal 2008 al 2013 Presidente della commissione bilancio del Comune di Pisa, dal 2015 consigliere regionale. Dal settembre 2020 Presidente del Consiglio Regionale della Toscana. Come avverte il peso delle responsabilità? In particolare in questo periodo?

Un peso enorme, da far tremare le gambe. Perché oggi chi riveste incarichi nelle istituzioni sente la gravità della situazione sia sanitaria che sociale ed è chiamato in prima persona a dare risposte. In tutti questi anni ho sempre voluto avere un dialogo aperto con i cittadini e, da quando è scoppiata la pandemia, oramai più di un anno fa, sono quotidianamente investito da decine e decine di domande e richieste di chiarimenti e rispondo a tutti cercando di dare le informazioni utili. Lo sento come un dovere civico e come un investimento di fiducia di tanti cittadini nei miei confronti, che aumenta la mia responsabilità verso gli altri. Penso che, anche da questo punto di vista, la pandemia possa insegnarci qualcosa di importante: che la politica va intesa come strumento e che potere deve essere usato solo come verbo e non come luogo. Il poter fare qualcosa di utile. Anche per questo mi sono posto come obiettivo del mio mandato da Presidente dell’Assemblea legislativa della Toscana di fare del Consiglio regionale la Casa dei Toscani, lo strumento per dare voce a chi non ha voce.

La Regione Toscana annovera tante prestigiosissime realtà culturali. Il settore è duramente colpito anche a livello nazionale dalle vicende pandemiche. Emergenza e futuro: da voi cosa si sta facendo?

Sappiamo che è una goccia nel mare, ma come Assemblea legislativa Toscana abbiamo deciso di aiutare i lavoratori del mondo della cultura e dello spettacolo con fondi diretti presi dai risparmi fatti in Consiglio regionale. Si tratta di dare una boccata d’ossigeno, ne siamo consapevoli, ma è un segnale significativo che tutti in Consiglio hanno voluto dare, proprio per dimostrare la vicinanza a un mondo che da troppo tempo è stato costretto a restare fermo. In questa fase, sperando in aperture più vicine, la cosa importante è tenere in vita queste realtà culturali proteggendole, cosicché quando potremo ripartire siano in grado di rimettersi in piedi.

Il Presidente Mazzeo nel privato: hobby e passioni?

Seguo tutti gli sport, amo leggere, soprattutto narrativa, mi piace la musica e , quando si poteva, anche fare viaggi nel mondo. Ma da ingegnere sono affascinato dalla tecnologia. Mi piace soprattutto intravedere i pezzi di futuro che si trovano dentro certe innovazioni. Perché penso che al di là dell’azione quotidiana, un buon politico debba saper immaginare anche quello che sarà domani e dopodomani. Quando arrivai a Pisa, 18enne, chiamavo casa usando i gettoni. Oggi posso parlare e vedere i miei genitori col cellulare. Chi se lo sarebbe immaginato? Quindi oggi cerco di capire come sarà la nostra vita domani. Se dico che ci saranno i robot per le strade che cammineranno a fianco a noi forse qualcuno sorriderà. Però sarebbe bene che chi fa politica iniziasse a interrogarsi, altrimenti non avrà gli strumenti per capire e intervenire. Oggi possiamo ordinare la cena grazie a una app sul telefonino. Un grande vantaggio per noi consumatori che abbiamo apprezzato durante il lockdown. Quella stessa app però comanda con un algoritmo dei lavoratori, i riders, che non hanno diritti né tutele. Se 20 anni fa avessimo avuto un po’ di immaginazione oggi alcuni di queste contraddizioni sarebbero già state risolte.

Conversazione con Giuseppe Pino, Owner & Founder di Pino Management & Partners

 

 

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi