Le nostre interviste al tempo del coronavirus
Lorenzo Cinatti è da settembre 2012 Sovrintendente della Fondazione Scuola di Musica di Fiesole O.N.L.U.S e dell’Orchestra Giovanile Italiana (OGI). Laureato in Storia Contemporanea presso l’Università degli Studi di Firenze, si occupa da tempo di organizzazione teatrale. Ha curato la rassegna di teatro d’impegno civile Il Palco della Memoria e le letture dantesche di All’improvviso Dante – I Cento Canti. Dal 1999 è stato Direttore –e poi anche Presidente- del Teatro Puccini di Firenze, portando il teatro al secondo posto in Toscana per afflusso di pubblico, tra le sale con un massimo di 999 posti. Ha seguito e ampliato i progetti didattici inclusivi nel tessuto urbano fiorentino, tra cui i Nuclei orchestrali delle Piagge e di Sorgane, la Big Band dell’Isolotto, e In-Orchestra, un ensemble che accoglie ragazzi con disabilità fisica o psicologica. Nel 2017 ha partecipato, sempre attraverso la Scuola, alla creazione della Casa della Musica di Arezzo, un luogo di sperimentazione e collaborazioni musicali con le istituzioni formative del territorio. Ha svolto inoltre la funzione di Direttore del Sistema delle orchestre e cori giovanili e infantili Onlus, l’organismo che coordina in tutto il Paese le multiformi attività di avvicinamento collettivo alla musica di bambini e ragazzi, con particolare attenzione alle situazioni di disagio sociale.
Dott. Cinatti, avrebbe mai immaginato di trovarsi a gestire una delle più importanti scuole di musica italiane in un momento così particolare?
Dopo 8 anni da Sovrintendente posso dire che, pur avendo vissuto molte situazioni difficili, lo scenario Covid 19 non l’avevo proprio messo in conto e credo che in generale nessuno potesse immaginare quello che è accaduto e le sue conseguenze. Questa esperienza resterà una di quelle indelebili per ognuno e di noi e di conseguenza della Nostra Fondazione, ma per averne un ricordo sarà fondamentale innanzitutto riuscire a superarla! Superarla e magari imparare ad usare strumenti e adottare buone pratiche che mai avremmo pensato di utilizzare.
Quali erano i progetti dell’Istituzione per il 2020, andrà perso qualcosa oppure si potranno riprogrammare attività in futuro?
Dal punto di vista dei conti avevamo immaginato che questo potesse essere un anno positivo, con un forte rilancio delle attività dell’Orchestra Giovanile Italiana (OGI) e in generale della nostra offerta didattica. Il Covid 19 ci ha invece costretto sulla difensiva e purtroppo molte attività concertistiche sono andate perse e non potranno essere recuperate. Abbiamo fatto questa scelta per non compromettere la programmazione e regolarità anche del prossimo anno accademico visto che comunque già ora è prevedibile che lezioni e corsi dovranno seguire procedure restrittive che non possono consentire sovraccarichi di attività. Quindi meglio partire leggeri che già appesantiti anche del fardello del passato.
Didattica e formazione: cosa state facendo per parare il colpo e salvaguardare la continuità?
Direi che, seppure mai pianificato, lo switch da “off line” a “on line” del 90% dei corsi della Scuola ha avuto successo, grazie soprattutto alla grande dedizione, fantasia e voglia di sperimentare dei nostri docenti. Le richieste di rimborso sono state pochissime e in certi casi ci arrivano segnalazioni di miglioramenti nelle modalità di apprendimento di alcuni specifici insegnamenti e discipline. Certo, siamo tutti consapevoli che stiamo facendo fronte ad una emergenza e che la musica, soprattutto quella d’insieme, non la si può fare a distanza. Dobbiamo tornare a stare insieme per suonare in orchestra, in quartetto o in qualsiasi altra formazione, ma…..questo non è stato un tempo inutile.
Il mondo della musica, secondo lei, ne uscirà più forte e con gli anticorpi giusti?
Non credo che ne uscirà più forte, spero almeno che ne esca più consapevole delle proprie debolezze e criticità per poi lavorarci sopra. In questo momento la professione del musicista sembra più una maledizione che un’aspirazione se si considera i tanti orchestrali in cassa integrazione, le migliaia di concerti annullati che rischiano di mettere sul lastrico tanti professionisti e lavoratori dello spettacolo. Di certo bisogna preservare l’esistenza di quelle istituzioni intorno alle quali sarà possibile ricostruire una filiera sana ed efficiente, dedicando più risorse alla formazione, anche quella del pubblico! Ripartiamo dalle Scuole, portiamo più musica nelle scuole. Portiamola nelle periferie disagiate e nei luoghi della sofferenza. La musica è un diritto che se esercitato può non solo creare il pubblico di domani ma certamente contribuire a fare un cittadino più consapevole ed un Paese migliore.
Intervista a cura di Pino Management & Partners
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